L’indagine IVASS sulle conoscenze e i comportamenti assicurativi degli italiani affidata all’università degli Studi di Milano Bicocca e alla società DOXA è la prima effettuata a livello Paese e si propone di colmare l’assenza nel panorama internazionale di un sistema di misurazione delle conoscenze assicurative.
L’indagine è stata divisa in 5 aree:
- autovalutazione delle competenze possedute
- conoscenze effettive,
- percezione e valutazione del rischio
- calcolo delle probabilità e decision making
- comunicazione e rapporto con le compagnie e intermediari.
L’indagine effettuata su un campione di 2053 intervistati viene valutata da alcuni dati sintetici in scala da 0 a 100 (dove la sufficienza è fissata a 60) sulla base dei quali è stata poi elaborato un indice generale.
La conoscenza assicurativa è di 30,4% (ben al di sotto della sufficienza) non è confortante constatare la discrasia tra l’autovalutazione e la conoscenza effettiva della materia! Solo 1 su 7 risponde correttamente a concetti come PREMIO, FRANCHIGIA O MASSIMALE.
Poco meno di un terzo non ha alcun tipo di conoscenza in materia assicurativa.
C’è una stretta correlazione tra scolarizzazione e conoscenza assicurativa, così come aumentano le competenze nelle persone che hanno coperture assicurative non obbligatorie.
Si nota che larga parte degli intervistati ha un eccesso di sicurezza in sé stessi (overconfidence) sia per quanto riguarda la conoscenza dei concetti di base che dei prodotti. Il dato più eclatante è sicuramente la temporanea Caso Morte dove la percentuale degli intervistati che sostengono di conoscere il prodotto è dieci volte superiore al numero di intervistati che rispondono in modo corretto, quattro volte nel caso degli infortuni e 3 nel caso di previdenza complementare.
Un fattore preoccupante è inoltre l’overconfidence applicata all’autonomia di scelta, quasi il 70% degli intervistati soprattutto uomini nonostante il basso tasso di alfabetizzazione sono convinti di poter scegliere senza alcun tipo di consulenza rischiando di fare scelte poco efficienti.
L’indice di fiducia nei confronti degli intermediari e le compagnie è per pochissimo al di sotto della sufficienza – 59,5%
La fiducia nel proprio intermediario condiziona la scelta soprattutto negli over 65 e cala nell’aumentare della scolarizzazione.
Per quanto riguarda l’avversione al rischio, il punteggio è appena sufficiente (60,2%) sale la propensione all’acquisto di prodotti assicurativi anche non obbligatori proporzionalmente all’avversione, ma nonostante questo non si traduce nell’acquisto di prodotti di protezione.
Gli intervistati si dicono preoccupati maggiormente per la salute, gli infortuni, l’impossibilità di mantenere famiglia o persone non autosufficienti e solo un 10% decide di proteggersi con l’acquisto di polizze salute e solo il 20% con polizze infortuni.
Infine, la logica, la capacità di fare collegamenti corretti è del 63,7% il risultato più incoraggiante che permette di concludere che se si approfondiscono i concetti di alfabetizzazione assicurativa gli intervistati sarebbero in grado di avere una preparazione adeguata e di conseguenza prendere decisioni più corrette.
Nota dolente l’ultimo dato dell’analisi che quantifica l’efficacia della comunicazione assicurativa, dove si registra un deludente 56,3%. Purtroppo, solo il 34% degli intervistati ritengono chiari il set informativo rilasciato facendo registrare come motivazione principale di mancata sottoscrizione la scarsa comprensione nel 50% dei casi seguita dal costo (67%) la fiducia nei confronti delle assicurazioni (42,4%) e le esperienze negative pregresse (28,7%)
Per Ivass la ricerca è un punto di partenza per riflettere e capire come impostare il lavoro nel campo dell’educazione assicurativa.
Il mercato assicurativo italiano è indubbiamente più ristretto rispetto ad altri paesi e questo è sicuramente attribuibile alle scarse conoscenze del consumatore.
La diffusione della cultura assicurativa, rendere trasferibili e trasparenti le informazioni relative ai prodotti è a favore di tutti consumatori e compagnie e potrebbe portare ad una maggiore domanda di strumenti di protezione perché più consapevole.
Da sempre anche Solyda crede insieme ai suoi educatori finanziari che l’alfabetizzazione assicurativa sia un importante strumento di sviluppo e inclusione sociale e si pone una missione precisa: educare e informare tutte le famiglie circa la loro situazione e come proteggerla.