La Cassa di previdenza di categoria dei geometri (www.cipag.it) godeva e gode tuttora di buona salute. A confermarlo l’approvazione dell’ultimo bilancio tecnico e il bilancio di previsione per il 2016 dai quali emerge il pieno equilibrio tra prestazioni erogate e contributi frutto delle riforme messe in atto dalla Cassa nel corso degli anni. Di fatto il saldo della gestione previdenziale mostra come le Riforme attuate dagli organi di amministrazione stiano dando graduali e confortanti risultati nel medio e lungo periodo, le stime per il 2016 parlano di un saldo della gestione previdenziale di circa 19 milioni di Euro.
Va detto, infatti, che la CIPAG, già prima dell’entrata in vigore della Riforma Monti-Fornero, era intervenuta ben quattro volte (1997, 2002, 2003, 2006) con modifiche al regime di calcolo: nei primi tre casi sui requisiti e misura del calcolo retributivo e successivamente (riforma del 2006), introducendo il calcolo contributivo. Nello specifico, nel 2007 è stato introdotto, nel rispetto del principio del pro rata, il criterio del calcolo contributivo per la liquidazione delle pensioni di anzianità, fermi restando i requisiti di accesso relativi all’anzianità contributiva e all’età anagrafica, escludendo la pensione di vecchiaia.La Cassa di previdenza di categoria dei geometri (www.cipag.it) godeva e gode tuttora di buona salute. A confermarlo l’approvazione dell’ultimo bilancio tecnico e il bilancio di previsione per il 2016 dai quali emerge il pieno equilibrio tra prestazioni erogate e contributi frutto delle riforme messe in atto dalla Cassa nel corso degli anni. Di fatto il saldo della gestione previdenziale mostra come le Riforme attuate dagli organi di amministrazione stiano dando graduali e confortanti risultati nel medio e lungo periodo, le stime per il 2016 parlano di un saldo della gestione previdenziale di circa 19 milioni di Euro.
Ciò nonostante, anche in questo caso, la Riforma Monti-Fornero ha reso necessario un intervento incisivo, soprattutto in merito alle prestazioni erogate nei confronti delle nuove generazioni.
Nel dettaglio le misure che sono state adottate e che vengono a maturazione negli anni a venire sono:
- l’innalzamento dell’età pensionabile con il passaggio della pensione di vecchiaia retributiva dai 67 ai 70 anni, ottenuto tramite un meccanismo graduale negli anni 2014-2019, con l’elevazione ogni anno di sei mesi dell’età richiesta. Rimane ferma la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia con calcolo misto a un’età inferiore;
- l’introduzione dei requisiti dell’assicurazione generale obbligatoria per la pensione contributiva con aumento dei requisiti dell’età anagrafica con modalità similari a quanto descritto in precedenza. La stessa può essere liquidata con minimo 20 anni di contributi e un assegno non inferiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale;
- l’introduzione per i più giovani dell’accredito figurativo della contribuzione soggettiva per ciascun anno di agevolazione ai fini della determinazione del montante contributivo per il calcolo delle pensioni di anzianità e vecchiaia;
- l’innalzamento dell’aliquota del contributo integrativo dal 4% al 5% a far data dal primo gennaio 2015. Tale aumento non si applica per le prestazioni professionali effettuate alle Pubbliche Amministrazioni, per i quali rimane in vigore il contributo del 4%.
La somma degli interventi susseguitesi nel tempo ha portato alla situazione descritta nella tabella seguente. Il tasso di sostituzione delle tre generazioni poste a confronto tende a diminuire per i più giovani. Tuttavia, va riconosciuto il merito alla Cassa per aver realizzato il primo Fondo di Previdenza Complementare di categoria gestito da un Ente di Previdenza Privatizzato, dando così l’opportunità, soprattutto ai suoi iscritti più giovani, di costruirsi un futuro più sicuro.